giovedì 14 novembre 2019

7 mesi fa Flavio Farris-malato di Sla- dopo 3 anni di RSA -è ritornato a casa -ed è rifiorito- Emilia Romagna-








Il coraggio del malato di Sla Flavio torna a casa dopo 3 anni

Tra i primi casi in Italia: ha lasciato la struttura assistenziale per sfidare la malattia L’amministratrice: «Serve più tutela, la sua determinazione aiuterà tanta gente»

FINALE. Da otto anni combatte una battaglia impari da cui difficilmente uscirà vincitore. Ma Flavio Farris ha scelto di lottare con dignità contro la maledetta Sla e questa volta ha vinto lui. Non potrà mai guarire ma almeno si è tolto la soddisfazione di tornare nella sua Finale dopo tre anni trascorsi in una residenza socio-assistenziale. Si tratta di uno dei primi casi in Italia che vedono un paziente malato di Sclerosi laterale amiotrofica fare un percorso inverso. A coordinare il suo rientro c’è stata una encomiabile collaborazione tra Marina Mercurio, la sua amministratrice di sostegno e i Servizi sociali del Comune.

«È stato un vero miracolo riportare a casa un malato così complesso, solitamente da una Rsa - spiega Mercurio - non se ne esce se non da morti mentre Flavio è uno dei pochissimi o forse l’unico che senza nessuna rete familiare è riuscito ad uscire vivo e ritornare a casa in una regione, l’Emilia Romagna, e non in Sardegna dove i malati gravissimi sono tutelati e ben assistiti dal virtuoso “progetto ritornare a casa”. La Regione Emilia Romagna è comunque una delle più virtuose in tema di non autosufficienza, un rientro a casa di malati così complessi in Lombardia, per esempio, non sarebbe stato possibile».

«Flavio non è un uomo felice - si spiega - perché la Sla non glielo permette nemmeno per un istante. Però pretende di essere sereno e fare una vita indipendente a casa sua, trascorrendola in modo dignitoso. La strada del suo adattamento sarà comunque lunga perché il letto non è quello che un malato di Sla può permettersi a domicilio, mentre nella residenza era adatto alle sue esigenze, l’assistenza c’è ma non sempre le persone sono ben formate, tanti materiali di consumo tipo le garze sterili vengono date con il conta gocce e sono molto costose da acquistare, così come tante altre medicine».
Eppure Flavio non demorde, seguito dalle assistenti domiciliari ha trovato un fedele amico: la sua gattina Gobbo che con lui ha trascorso gli ultimi anni. Ha attraversato le operazioni del suo padrone che, nell’arco di 4 anni, per continuare a respirare e a mangiare si è sottoposto a due interventi invasivi quali la tracheotomia e la gastrostomia; i lutti familiari e anche le scosse del terremoto emiliano. E così Gobbo adesso scodinzola per casa, mentre Flavio continua ad interagire con l’esterno attraverso un computer, impotente di fronte invece al suo corpo che ormai non reagisce più ad alcuna sollecitazione.

«Ma non tornerà mai più in una struttura assistenziale nè si dividerà dalla sua cara gatta Gobbo - aggiunge l’amministratrice di sostegno - Ha detto che si lascerà morire se un domani non dovesse essere più supportato come si deve dalle istituzioni o semmai da un Governo che non adeguerà in modo soddisfacente le risorse del fondo non autosufficienza senza permettere una buona assistenza al proprio domicilio perché ancora oggi, tante famiglie sono costrette al ricovero dei propri cari negli ospizi senza avere la possibilità di poter scegliere se a casa o in struttura».

Negli anni passati Finale si era mobilitata con alcune raccolte di fondi per aiutarlo anche perché, prima della malattia, Flavio era sempre sulla piazza. Ora è stato aperto un conto corrente per sostenere la sua assistenza e permettergli, contro tutto, di restare in una casa a Finale dove ha trascorso la sua vita. L’Iban dedicato per eventuali donazioni è IT96J0760112900000089939862 intestato a Farris F. —
F.D.
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